Da una lettera di p. Modesto:
"Vi racconto come si sia presentata l’iniziativa delle 20 casette per i Pigmei che qui chiamano Batwa.
· Sono una minoranza del 2 %. Sono i primi che abitarono il Burundi. Purtroppo spesso sono disprezzati ed emarginati. Sono definiti come “ladruncoli” e può essere anche vero alle volte… Trovano raramente da sposarsi con ragazze di altre etnie hutu oppure tutsi, perciò con complicazioni ereditarie, ecc.
· In questi ultimi anni c’è stato un certo miglioramento, ma solo per alcuni e non per tutti. Li chiamano con un nome ironico “i progrediti” appunto per dire il contrario. C’è tutta una serie di pregiudizi reciproci nei confronti delle altre etnie.
· Lo scorso anno, qui a Kamenge, avevo saputo che diversi di loro erano catecumeni. A Pasqua di quest’anno sono stati battezzati. Ero andato a trovarli suscitando gioia e speranze non facili a realizzare se non c’è la loro corrispondenza e coinvolgimento.
·
Per esperienza fatta altrove, sempre con loro,
ho proposto per l’estate di questo anno 2020 di provare
a costruirsi una casetta nuova.
“Se voi vi date da fare per i mattoni di
40 cm. x 20 e per le mura, se trovate gli
alberi per fare le piccole capriate, i chiodi necessari, noi vi aiuteremo ad avere le lamiere. Un proverbio di qui dice
: “una cosa avuta per niente vale
niente” !
·
Procurate le forme per i mattoni, hanno iniziato a fare i mattoni ma con rilento, tanto
che con le piogge di settembre hanno avuto delle perdite. Ma finalmente
quasi tutte le famiglie hanno costruito le
mura delle casette nuove che prima erano
fatte con pali e fango e coperte con erba e plastiche per il tetto.
Molto piccole.
In media sono casette molto “modeste” di 5 x 4 o 3 x 6. Quattro quelle più grandi di qualche metro. Le lamiere di 3 m. di lunghezza e 90 di larghezza che abbiamo comperato sono 265.
· Faremo festa e costruiremo anche la casetta per la comunità di base per la prossima stagione secca del prossimo anno sempre con il loro impegno.
Dimenticavo di dire come i bambini si siano affezionati. Sono a loro agio e si sono liberati dalla diffidenza di fronte allo straniero. Nelle foto questo dettaglio appare evidente e motivo di gioia anche per noi. Sono convinto anche che in seguito avranno la soddisfazione di curare la loro casetta e coltivare con pazienza e premura anche il terreno che hanno ricevuto dal Comune, anche se arido e difficile, e saranno esempio per altri."
Associazione Camino Aberto O.D.V. - Via Mons. Caproni, 16 - c/o Oratorio Parrocchiale - 38056 Levico Terme (TN)